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Bitcoin. Il NO di Eric Tymoigne
! (di Eric Tymoigne,
postato il 05/08/2017) Traduzione Marco Cavedon. Va di moda al giorno d’oggi elogiare nuove
forme alternative ed esotiche di pagamento, quali
le monete complementari e le cosiddette “criptovalute”,
ossia delle valute generate attraverso i sistemi informatici ed utilizzabili
per i pagamenti on-line (ne abbiamo già parlato qui). Verrebbe da chiedersi come mai molte persone
euriste e filo Unione Europea esaltino e dipingano
questi strumenti come una via di soluzione all’attuale crisi economica,
nonostante siamo all’interno del sistema euro che in teoria dovrebbe
garantirci prosperità, benessere e pace, perlomeno stando a quanto afferma la
propaganda dei media. Ma tant’è ! L’ignoranza su cosa sia una moneta sovrana,
sulle sue funzioni e sulle sue incalcolabili potenzialità è purtroppo
abissale, sia a livello di pensiero mainstream che
alternativo, tanto è vero che anche alcuni movimenti sovranisti o
indipendentisti sembrano esaltare le cosiddette criptovalute. L’articolo che segue è tratto dal Washington
Post del primo marzo 2015 e contiene l’importante punto di vista di un
economista MMT, Eric Tymogine. Di seguito
riportiamo la sua critica al nuovo sistema di pagamenti on-line denominato bitcoin (qui
la versione integrale). NO: come valuta, il bitcoin
viola tutte le regole della finanza. I bitcoins sono un
prodotto alquanto bizzarro. Non sono strumenti finanziari. Il loro
valore è molto volatile, in linea con il cambiamento dei punti di vista circa
l’utilità generale di questo strumento di pagamento e con le relative
prassi speculative. Non c’è alcuna logica finanziaria dietro il valore
nominale dei bitocoins. In altre parole, se ti piace speculare,
questo è uno strumento perfetto. Se stai invece cercando uno strumento
monetario alternativo, rivolgiti ad altro. Il sistema bitcoin è costituito da due componenti: i mezzi di
pagamento stessi e un libro mastro online chiamato block
chain,
che rappresenta una registrazione di tutti i bitcoins
che sono stati creati e di chi li possiede. Questo libro mastro rappresenta
la principale innovazione, in quanto fornisce dei mezzi per completare le
transazioni aperti, decentralizzati, veloci, economici e presumibilmente
sicuri. Volatile ed illiquido. Tuttavia il bitcoin è
inaccettabile quale presunta valuta alternativa. La sua volatilità e mancanza
di liquidità pone dei rischi che vanno molte oltre quelli della maggior parte
delle valute tradizionali. Per capire il perché, basta dare un rapido sguardo
al funzionamento delle reali monete. Gli strumenti monetari sono come dei
titoli obbligazionari. Come tali, hanno un termine per giungere a maturazione
(istantaneo) e un emettitore – spesso una banca centrale o banche private –
che promette di pagare al portatore l’intero valore nominale. Le monete d’oro
rappresentano una forma di tale obbligazione con un collaterale (l’oro).
Carta, metalli poco costosi e registrazioni elettroniche rappresentano la
forma che queste obbligazioni assumono al giorno d’oggi. Le caratteristiche
peculiari di queste obbligazioni permettono loro di circolare ad un valore
nominale stabile (alla pari) all’interno di una corretta infrastruttura
finanziaria e fintantoché il loro emettitore possiede una forte affidabilità
creditizia. Ciò fornisce dei mezzi sicuri per il completamento delle
transazioni e, cosa più importante, per il pagamento dei debiti. Al contrario, i bitcoins
violano tutte le regole della finanza. Non c’è un ente centrale
emettitore che possa garantire al portatore il pagamento del pieno valore
nominale; infatti, non c’è un valore nominale sottostante e di conseguenza
non esiste un valore attribuibile loro una volta giunti a maturazione, il che
significa che sono un mezzo molto scomodo da utilizzare per il pagamento dei
debiti. Il corretto valore del bitcoin è pari a
zero, se lo si misura tenendo conto del valore al ribasso stimato per i
flussi finanziari futuri. I bitcoins creano un enorme rischio di
liquidità. In definitiva, tutti coloro che possiedono bitcoins
devono poi convertirli in una valuta nazionale – ad esempio dollari o euro –
per pagare le tasse, debiti personali o altri tipi di transazioni. La loro estrema volatilità li rende un
cattivo investimento se si sta pianificando di acquistare una casa in
pochi anni, risparmiare per il college o se si devono realizzare pagamenti
regolari come per un mutuo o un’automobile. Se i bitcoins
rappresentassero una grande porzione delle attività finanziarie all’interno
di un portafoglio, la solvibilità dell’investitore sarebbe a rischio. Questo
sicuramente è quello che oggi accadrebbe se i bitcoins
fossero proposti (come forma di investimento, ndr)
alle persone più povere che non hanno accesso al credito bancario. La logica e l’illogica. Affinché un’economia
funzioni bene, il denaro deve essere creato
(per esempio attraverso il credito bancario o la spesa del governo) e ritirato (con il pagamento
dei debiti e delle tasse) in base alla logica economica. Abbiamo tutti visto
di recente, nel corso del crollo del sistema finanziario globale del
2008-2009, come il comportamento irresponsabile delle grandi banche per
quanto riguarda i loro prestiti e le pratiche di pagamento dei debiti possa
scatenare un diffuso panico finanziario seguito da anni di stagnazione economica. I meccanismi della creazione
e del ritiro del denaro devono funzionare non solamente in base ad una sana
logica economica. Dovrebbero anche essere semplici,
per rispondere in maniera rapida alle esigenze di un’economia flessibile.
Oggi il denaro viene creato e distrutto nel giro di secondi tramite delle registrazioni
digitali. Al contrario, i bitcoins vengono creati attraverso una logica puramente
matematica che non ha una solida base finanziaria o economica
(attualmente vengono emessi 25 nuovi bitcoins ogni
10 minuti) e non possono essere ritirati come è necessario per mantenere la
loro scarsità (evitare fenomeni inflattivi o di svalutazione, ndr). Data la mancanza di logica economica dietro la
creazione al netto di bitcoins, c’è un rischio
maggiore di instabilità finanziaria e dei prezzi. La block chain è
utile come mezzo di autenticazione e rappresenta la principale innovazione di
questo sistema. Ma è troppo presto per dire se possa avere delle altre
applicazioni. Per ora sfortunatamente, si
tratta di un potenziale passo in avanti accompagnato da un effettivo passo
indietro. Tymoigne è
assistente professore di economia presso il Lewis And Clark College a
Portland, Oregon. Può essere contattato all’indirizzo reports@wsj.com. Comment
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