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DEBUNKING PROMESSE ELETTORALI 2018 -
"PRIVATIZZIAMO LA RAI" EDITION. (di Caterina Betti, postato l’11/01/2018). Chiariamoci subito. A nessuno
piace dover sborsare quattrini. La salvaguardia del portafoglio è
ovviamente un tema caro a noi tutti, in grado di smuoverci assai più di
qualsiasi altro. E quale migliore periodo se non quello della campagna
elettorale per promettere il risparmio, di qualsiasi genere, su qualsiasi
cosa? - Renzi, proposta di abolizione del canone...
imposta che il suo stesso Governo ha inserito in bolletta, rendendolo
pertanto ineludibile. Con coretto di Della Vedova successivo. Ovviamente nessuno vorrebbe più pagare un'imposta che deriva da un
retaggio ormai antico, infatti si basava esclusivamente sul possesso di
apparecchi atti alla ricezione di radioaudizioni televisive, datata 1938.
Oggi effettivamente non avrebbe più alcun senso, dal momento che lo spettro
di scelta tramite quegli stessi apparecchi, con l'inclusione dei nuovi come i
computer, è (speriamo ancora per molto) pluralistico mentre tutti gli altri
canali non sono sostenuti dal canone che rimane (logicamente) di appannaggio
esclusivo della Rai. Occorre piuttosto
riformare la Rai e il suo sistema di entrate in ossequio a delle norme
antitrust; ricordiamo che per esempio la legge Maccanico (1997, mai
applicata se non per la parte riguardante l'Agcom) stabiliva un sistema per
cui, mantenendo il canone, la Rai allora dovesse almeno rinunciare alla
pubblicità su un canale. Tutte le proposte politiche in tal senso possono
avere una loro ragion d'essere, premesso che, qualora avessimo una moneta nazionale in tasso di cambio flessibile,
e non vi fossero i famigerati vincoli di bilancio, il canone potrebbe
tranquillamente essere abolito. Sta di fatto che il dibattito sul canone non deve trasformarsi, come sta accadendo
soprattutto da posizioni liberiste, in
un'occasione per avanzare un'ipotesi di privatizzazione del servizio
pubblico. Si tratta di una contraddizione in termini. Senza perderci in
inutili ingenuità... per quanto i privati, nazionali e locali, svolgano
comunque in questo ambito un servizio al territorio e ai cittadini, e in
un'ottica pluralistica costituzionale vadano tutelati, essi risponderanno
sempre ai loro interessi, eccezion fatta per i pochi, rari e sempre più in
difficoltà editori puri, che alle spalle non hanno né aziende, né grandi
nomi. Questo non serva poi a giustificare la Rai; essa deve svolgere con finanziamenti pubblici, con o senza
canone, quel fondamentale compito di
servizio pubblico e promozione della nazione in tutte le sue sfaccettature
che le viene, per definizione, affidato. Chiunque proponga la sua
privatizzazione vuole la distruzione di un sistema mediatico tutto sommato
molto bilanciato e di base pluralistico come ce ne sono pochi al mondo.
D'altronde sono gli stessi che vorrebbero vedere in mano ai privati ogni angolo
d'Italia sotto l'influenza di una mitologica efficienza, sebbene questo
antico mito non sia supportato da nulla. Anzi, abbiamo visto come va a finire dall'esempio Autostrade...rincari e
manutenzione inesistente. Efficienza si diceva, giusto? Effettivamente
senza manutenzione si risparmia, qualche incidente, qualche morto, che volete
che sia? Come vi diciamo sempre, senza
sovranità monetaria una gestione normale di aziende e servizi pubblici è
utopia. - Grasso, proposta di
abolizione delle tasse universitarie... che negli ultimi 5 anni, proprio
quelli in cui egli stesso è stato Presidente del Senato e al Governo sedeva
lo stesso partito di cui faceva parte fino a poche settimane fa, sono
aumentate del 14,5% in media per ogni studente (dato Miur),
elevando l'Università italiana al 3°
posto tra le più care (dato Ocse). Per oggi concludiamo qui, sicuri di
poter tornare presto per nuovi debunking. Comment
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