Economia
mainstream vs. ME-MMT ed economia eterodossa.
La (falsa) amoralità del debito pubblico.
(di Marco Cavedon, postato il 06/07/2014).
Questa
volta non utilizzeremo concetti tecnici, né grafici o parole che
ai più potranno risultare difficili da comprendere senza un
adeguato approfondimento. Questa volta faremo ricorso ad un
metodo che il fondatore del nostro movimento a livello
nazionale, ossia il giornalista Paolo Barnard, ha più volte
utilizzato, con il dichiarato intento di spiegare l’economia
all’operaio, agli anziani, ai ragazzi.
Vedremo quindi insieme, utilizzando un linguaggio semplice e
quotidiano, come il
cosiddetto debito pubblico non sia affatto un reale debito
che la società deve ripagare,
anzi, la vera amoralità consiste nel pretendere il suo
riscatto, al contrario di quanto affermato dagli
economisti mainstream e a volte anche da alcuni economisti
eterodossi, pur con tutti i distinguo del caso.
Ragioniamo in termini macroeconomici
(che è uno dei punti fondamentali della ME-MMT), cioè per
macrosettori.
Immaginiamo un dialogo tra due persone, Paolo e Oscar.
Paolo dice a Oscar:
Oscar, questa sera mi è sorta una strana domanda in testa. Per
semplificare, immagina un gruppo di poche persone che di punto
in bianco, in un territorio neutrale, decida di fondare una
nuova nazione. Trascuriamo in prima istanza, sempre per
semplificare e rendere il tutto più chiaro, il rapporto con
altre nazioni, anzi, poniamo che le altre nazioni ancora devano
essere fondate e certamente ci sarà stato un primo momento della
storia in cui approssimativamente tale situazione poteva essere
reale. E poniamo anche il
fatto che questo nuovo stato voglia basare la sua vita su
un’economia monetaria, in cui materialmente al suo interno
deva circolare denaro, affinché possano avvenire tutte
le transazioni finalizzate alla produzione e all’acquisto di
beni reali senza i quali non potremo vivere (il cibo, l’acqua,
la casa, l’automobile, il telefono, ecc.) o comunque avremmo una
qualità della vita decisamente inferiore.
A questo punto, affrontiamo il primo dei problemi pratici che i
cittadini di questo piccolissimo stato si troveranno ad
affrontare, e cioè:
1) L’acquisizione del denaro: come facciamo
noi cittadini ad entrare in possesso del denaro con il quale
procurarci i beni reali di cui abbiamo bisogno ?
Oscar: ma Paolo, che
domanda da un milione di dollari ! Lavorando ovviamente ! Col
lavoro percepiamo tutti uno stipendio, con il quale possiamo
acquistare la casa, i mobili, il cibo, ecc, quindi, dobbiamo
darci da fare tutti perché il denaro si suda col lavoro, non
piove dal cielo.
Paolo: ma Oscar, cosa
dici ? Hai ascoltato quello che ho detto prima ? La nazione è
stata appena fondata e si è appena deciso di adottare
un’economia monetaria, non esistono altri stati e quindi fisicamente non esiste
alcun denaro che possiamo guadagnare, nemmeno sudandolo col
duro lavoro e comunque anche all'interno degli altri
stati dovrà esserci qualcuno che emettere denaro, affinché tutti
noi possiamo utilizzarlo. Lavorando posso certamente produrre
dei beni che potrò vendere, ma
se in questo momento non esiste alcuna moneta in circolazione,
allora la mia possibilità di guadagnarla sarà sicuramente pari
a zero. Io potrò anche mettere in piedi un’azienda che
fabbrica auto, ma le auto tenterò di venderle in un mondo in cui
non circola denaro, che quindi non potrò mai guadagnare in
questo modo.
2)
E qui si pone quindi un secondo grande problema pratico.
Come si fa a far circolare denaro ? Chi crea il denaro ?
Oscar: Hmmm, hai proprio
voglia di farla difficile. Il
denaro può essere creato da privati, ad esempio da banche1
che lo prestano per poi incassare degli interessi al netto, che
ripagherò sempre col mio duro lavoro, se sono efficiente, se
sono bravo e quindi produco cose belle, di alta qualità e a
prezzi competitivi. Tu forse non lo sai caro Paolo, ma il denaro
le banche lo possono creare all’infinito inventandoselo,
credimi, ho studiato economia e sono anche “laureato”,
queste cose le so.
Paolo: ma Oscar, come
facciamo a ripagare anche gli interessi ? Ti ricordo che le
banche concedono prestiti in un mondo in cui in un momento
iniziale non circola denaro e quindi, ripagare
qualcuno allocandogli più risorse di quelle che concretamente
ti concede, non è materialmente possibile. E poi un’altra
cosa: quello che tu dici sarebbe terribile, vorrebbe dire che
a questo punto noi
lavoreremo esclusivamente per ripagare i debiti alle banche
e quindi non avremmo
ricchezza finanziaria al netto, non avremmo
risparmi, non avremmo denaro che possiamo tenere per noi al fine
di acquistare beni reali da altri attori economici privati come
noi o al fine anche di risparmiarlo, per realizzare investimenti
a più lungo termine, come ad esempio l’acquisto di un’auto.
Oscar: ebbè cosa vuoi
dire con questo ? Se sei efficiente, vendendo il tuo lavoro e i
tuoi prodotti puoi accaparrarti anche il denaro prestato ad
altri e a quel punto la ricchezza finanziaria al netto l’avrai
eccome e il debito lo potrai ripagare eccome.
Paolo: ma allora tu stai
dicendo che chi è meno bravo, meno efficiente o semplicemente
meno fortunato e quindi anche meno competitivo è giusto che
soccomba, che veda la sua impresa fallire o la sua casa
ipotecata, i suoi beni reali tolti in quanto spenderà di più di
quanto incassa e quindi il debito non lo potrà ripagare ? E se
non spenderà di più di quanto incassa, quindi farà anche lui il
virtuoso come dici tu, alla fine come lo risolverai questo
problema ? Come faremo ad essere tutti virtuosi nel “bel” mondo
che tu stai dipingendo ? Perché
ci siano i virtuosi, devono necessariamente esserci anche i
“meno” virtuosi che il denaro lo spendono, più di quello che
incassano.
Oscar: quanto sei
melodrammatico caro Paolo, dove vuoi arrivare con questo ? Non
sarai forse anche tu uno di quelli che crede che i soldi li deva
creare lo stato per spenderli per la collettività. Non hai mai
sentito parlare di cosa successe nella Repubblica
di Weimar negli anni ‘20 del secolo scorso ? Eppoi guarda
che anche lo stato quando spende si indebita, si indebita
infatti o con le banche (come dicevo prima) o con la Banca
Centrale, che può creare anche lei denaro2.
Paolo: ma
Oscar, che senso ha che lo stato si indebiti con dei privati
per emettere denaro, non potrebbe semplicemente accreditare
conti correnti dal nulla ? E se lo stato fosse
il solo a poter emettere denaro, come farebbero le banche a
prestarglielo se prima lui non l’ha emesso ? E siamo veramente
sicuri che il credito creato dalle banche sia uguale al denaro
dello stato ? Uno stato democraticamente eletto può anche
decidere di darci i soldi senza pretendere ogni volta il
riscatto, in quanto sarebbe obbligato a fare l’interesse del
popolo che lo controlla, altrimenti il governo verrà destituito.
Ecco che a questo punto
lo stato può creare denaro, pagare stipendi che saranno utili
sia per pagare le tasse, che in tal mondo sarebbero un mero
strumento per controllare il denaro circolante e non per
finanziare lo stato, sia per tenerceli per noi e utilizzarli
sia per comprarci delle cose da altri privati che per avere
dei risparmi per il futuro, cosa che con la dittatura
delle banche sarebbe impossibile in quanto il privato risponde
solo a se stesso e ai suoi interessi, non a quelli della
collettività.
Oscar: buon Dio Paolo.
Stai veramente dicendo che lo stato deve creare denaro dal nulla
e creare ricchezza finanziaria al netto senza che nessuno deva
restituire il denaro ? E con l’inflazione come la mettiamo ?
Guarda che poi, aumentando il potere di acquisto, i privati
aumenteranno anche i costi di beni e servizi e allora cosa ne
avrai guadagnato alla fine ?
Paolo: ma non eri tu
caro Oscar a difendere la nobiltà del privato tanto da
attribuirgli in pieno il potere di creare credito ? E
se con quei nuovi soldi che lo stato dà ai cittadini,
aumentano sia i consumi sia la produzione di nuovi beni e
nuovi servizi, come fanno ad aumentare i prezzi ?
3)
E’ veramente così semplice come la descrivi la questione
dell’inflazione ?
Oscar: beh, guarda, con
le azioni della finanza privata o anche coi titoli di stato
funziona così. Hai presente quelle curiose attività scellerate
che il Giappone e gli USA stanno facendo, dal nome Quantitative
Easing ? Bene, te la spiego semplicemente: questa
operazione consiste nell’emissione di moneta da parte delle
Banche Centrali di quei paesi e così facendo il valore dei
titoli di stato aumenta, in quanto aumenta anche la
disponibilità finanziaria di chi li può acquistare.
Paolo: e non siete
proprio voi che vi lamentate quando vedete il valore delle
azioni e dei titoli crollare ? Ogni giorno tutto un piagnisteo
davanti quella benedetta televisione quando vedete gli
indici dei panieri delle azioni che calano di valore, per non
parlare del valore dei titoli, che quando cala vi lamentate
perché aumenta lo spread, cioè il rendimento rispetto ai titoli
tedeschi e quindi dobbiamo pagare più interessi. Quindi
se anche i prezzi nell’economia reale aumentano un po’, questo
non può essere indice anche di una popolazione più ricca, che aumentando gli acquisti può
anche aumentare l’utile delle imprese e quindi far sì
che assumano di più e paghino anche più stipendi ? E mi
risulta che la maggior parte dell’economia nel libero mercato
avvenga in regime di concorrenza, quindi non è affatto detto che
tutti aumenteranno i prezzi, perché con maggior potere di spesa
da parte della popolazione, ci saranno anche nuove persone che
vogliono guadagnare facendo impresa e molto difficilmente
applicheranno prezzi più alti rispetto alle imprese che già ci
sono. Questo invece è un problema tipico dei monopoli. Quindi
come mai tutti sti problemi ?
Oscar: ha Paolo, con voi
proprio non si può ragionare. Il mondo è sempre andato
così e sempre così andrà, mi spiace, le dice anche il mio
amico Michele
le cose che dico io e lui guarda che ha un vera laurea. I debiti
vanno sempre pagati, sia pubblici che privati che siano. Voi proponete di risolvere
la crisi semplicemente aumentando la disponibilità di denaro
che la gente deve possedere. Semplicemente assurdo, il denaro
si suda col duro lavoro, non con lo stato che getta i soldi
dagli elicotteri. Questo lo ha fatto la FED americana
col suo scellerato presidente “elicottero
BEN” e non porterà ad altro che inflazione.
Paolo: qui proprio non
ti capisco caro Oscar. Guarda che
l’America non sta affatto andando male come noi economicamente,
l’ho sentito direi ieri sera per televisione da un mio omonimo
che ha parlato solo due volte per una trasmissione su La 7, ma è
stato molto efficace.
Ad, ogni modo, se uno stato che emettesse la sua moneta si
comportasse come una banca privata, dovrebbe sempre spendere per
primo per cittadini ed aziende (in quanto è l’unico a poter
legalmente emettere il denaro) e
se poi ogni volta dovesse ritirate tutti i soldi che ha speso
per pareggiare il bilancio,
obbligherebbe tutto il settore privato a lavorare
esclusivamente per lui, sarebbe quindi uno stato
tiranno, che non ci concederebbe di tenerci per noi i soldi da
poter risparmiare e spendere nel circuito privato della
fornitura di beni e servizi. Saremmo tutti costretti a vendere
beni e il nostro lavoro solo allo stato, quindi proprio il
contrario dell’economia del libero mercato che tu caro Oscar
propugni tanto.
4)
Oscar: basta Paolo, il debito è amorale e va pagato, con
queste teorie strampalate non andrai da nessuna parte.
Paolo: la
vera amoralità si avrebbe al contrario proprio con uno stato
che spendesse in regime di pareggio
di bilancio (tanto quanto tassa) o in surplus
di bilancio (tasse maggiori della spesa).
Prova un attimo a ragionare e, per semplificare, torniamo
all’esempio dello stato appena fondato. Certamente sarà uno
stato piccolo, il governo sarà poco di più di una direzione
tribale mentre il settore non governativo sarà composto da poche
famiglie. Quindi prova ad immaginare: il capo tribù dovrà dare
alle due o tre famiglie dei soldi affinché loro possano pagare
le sue imposte, ma anche spenderli tra di loro affinché ciascuno
possa vendere il suo lavoro e i beni e i servizi anche per
fornirli agli altri componenti delle famiglie e non solo allo
stato, cosa che non sarebbe possibile se ogni volta lo stato si
riprendesse tutto ciò che ha speso. E se nel frattempo, in
regime di pareggio di bilancio, qualcuno userà il denaro datogli
in primis dal governo per comprare beni e servizi da un altro
membro della tribù, sarà fregato in quanto al momento della
riscossione delle imposte, non avrà più soldi e il capotribù gli
leverà ogni diritto di vivere in quel piccolo stato. E comunque
ciò sarà in ogni caso difficile che avvenga, perché tutti i
membri della tribù saranno interessati per quanto possibile a
tenersi il denaro o ad accumularlo, per non correre il rischio
di essere insolventi nei confronti dello stato. Lo stesso accade
negli stati moderni, anche se in scala più grande. Da
un punto di vista macroeconomico, con un pareggio
di bilancio il potere di spesa aggregato di cittadini
ed aziende non potrà aumentare e quindi, se si è in un periodo
di crisi come ora, non sarà
possibile l’alimentazione della domanda, che
comporta offerta, che comporta quindi produzione, nuove
assunzioni e il rinascere del settore industriale o terziario, o
anche agricolo. Considerando poi il fatto che tutti
gli attori economici privati tentano sempre di risparmiare
denaro, perché non potendolo emettere per loro è una cosa
preziosa, da tenersi ben stretta anche in vista di
investimenti futuri (es. casa, auto, fondi pensione, polizze
assicurative ecc.) ecco che un
pareggio di bilancio da parte dello stato si traduce anche in
impoverimento a lungo andare del settore privato, che non
potrà più risparmiare e quindi, essendo sempre più
incentivato a tenersi stretti quei soldi che difficilmente
riesce ora ad accumulare o proprio non ce la fa più, diminuirà
anche la sua spesa e i suoi investimenti nell’economia reale,
che proprio per questo motivo sarà in stagnazione o in
recessione. E se lo stato spenderà di meno di quello
che ci leverà con le tasse (surplus di bilancio), alla faccia
dello stato virtuoso, il nostro impoverimento sarà ancora più
estremo e saremo sempre più in crisi. Lo sai che la mia azienda
quest’anno sta tornando ai livelli di pause produttive con cassa
integrazione annessa che facevamo nel 2009, quell’anno in cui
facemmo un tonfo
della produzione di redditi nel nostro paese (e non solo) del
5% ?
Oscar: basta Paolo, i
soldi noi li abbiamo sempre sprecati, ecco perché andiamo male.
Paolo: la corruzione ce
l’avevamo anche quando lo stato, come ha detto quel bravo
giornalista a La 7, spendeva enormemente più a deficit (tasse
minori della spesa) rispetto ad ora e guardacaso eravamo
il paese più ricco al mondo.
Oscar: ma dddaaaaiiii
!!! Te l’ho detto che il denaro lo possono creare anche le
banche !
Paolo: le
banche creano denaro a debito caro Oscar, non al netto
e mi risulta curioso che siate proprio voi a proporre come
soluzione un’indebitamento continuo, visto che condannate il
debito pubblico come il maggiore dei mali e quello privato
invece lo dipingete come la salvezza. Spagna e Irlanda infatti
fino al 2007 avevano bassissimo
debito pubblico e alto
debito privato (vedere anche qui)
ha detto un altro
economista per quella stessa trasmissione e guarda ora che
fine hanno fatto. Comunque, sempre ritornando alla
cosiddetta amoralità del debito pubblico, prova a
considerare una cosa. Se
io stato sono l’unica entità che può creare denaro al netto e
lo do ai cittadini, sarà mio dovere spenderlo di più di quanto
ne ritiro con le tasse per far sì che essi godano di attivi,
altrimenti il denaro non circola nel settore privato.
Ecco quindi che il
debito pubblico è un debito per modo di dire, perché
rappresenta l’attivo del settore cittadini ed aziende,
non il passivo, è in verità un falso debito che lo stato ha solo
con se stesso.
Oscar. A sì ? E secondo
te tutti i titoli che lo stato vende anche ai cittadini non sono
un reale debito che dobbiamo pagare?
Paolo: ma ragiona un
attimo. Torniamo ad un esempio semplice e consideriamo due
attori economici. Un cittadino va in banca e chiede un prestito.
Bene, mi pare logico pensare che quel prestito sarà l’attivo
della banca e non certo il suo passivo, in quanto il cittadino
glielo dovrà ripagare con tanto di interessi.
Oscar: Colombo ha
scoperto l’America.
Paolo: lasciami finire.
Cosa succederebbe se
il cittadino, per ripagare il suo debito, andasse a fare una
rapina in banca (quella che gli ha concesso il prestito o
anche un’altra) per portarle via i soldi necessari ?
Non lo troveresti di certo giusto vero ?
Oscar: dove vuoi
arrivare ?
Paolo: bene,
immagina allo stesso modo il settore privato e il settore
governativo, che in macroeconomia sono due entità distinte,
sono a tutti gli effetti due attori economici. Allora,
lo stato vende un titolo ad un cittadino del settore non
governativo, vero ? Quindi è come se di fatto lo vendesse a
tutto il settore non governativo, perché dal punto di vista
aggregato, quel titolo sarà l’attivo di tutto il settore non
governativo, vero ?
Oscar: vai avanti !
Paolo: bene, questo
significa che lo stato è come se chiedesse soldi in prestito a
quel cittadino, cioè al settore non governativo in aggregato,
esattamente come nell’esempio precedente il cittadino chiede un
prestito alla banca (o al settore bancario), vero ? E
ora anche in questo caso, avremo un debito (quello dello stato
inteso come governo) che corrisponderà all’attivo dei
cittadini (settore non governativo) che lo detengono, non sei
d’accordo ?
Oscar: col cavolo, ora i
cittadini dovranno pagare allo stato quel debito.
Paolo: e quindi stai dicendo che lo
stato, per onorare quel denaro che peraltro di sua
stessa volontà ha deciso di prendere in prestito (senza
peraltro che ne abbia necessità, potendolo emettere) è
giusto che prelevi soldi allo stesso settore che glieli ha
prestati, esattamente come sarebbe giusto che il
cittadino dell’esempio precedente svaligi una banca del
settore finanziario privato (che gli ha concesso il prestito),
al fine di ripagare il suo debito ?
Oscar: oh, Paolo, mi
viene il mal di testa. E cosa dovrebbe fare allora lo stato se
ha bisogno di quei soldi ?
Paolo: in verità come
può lo stato avere bisogno di soldi ? Al contrario, siamo
noi che ne abbiamo bisogno per potere eseguire tutte
le nostre transazioni nel settore privato, mentre lo stato a
questo fine deve darceli e di più rispetto a quello che ci
tassa.Come
fa lo stato a raccogliere soldi con le tasse e anche coi
titoli se prima non ce li ha dati ? Noi ne abbiamo
bisogno, non certo lui che li può emettere a piacimento ed è il
solo che può farlo legalmente, arricchendoci tutti al netto.
Oscar: accidenti ma che
imbecilli sti stati. Non hanno bisogno di soldi eppure ci
tassano a morte e addirittura si indebitano sul loro stesso
denaro che per primi hanno emesso. E questo come te lo spieghi ?
E poi tutti gli altri problemi ? La svalutazione, l’inflazione….
Paolo: caro Oscar, ben
venuto nel mondo dell’economia reale. Stai cominciando a capire
le basi della ME-MMT ed ora puoi passare ad approfondire per
bene anche tutti gli altri aspetti che tu hai evidenziato. A tal
proposito c’è una serie di post su questo
sito che ti consiglio di leggere, partendo dal primo.