Alain Parguez:
Euro, il Nuovo Ordine totalitarista
Trascrizione dell'intervento dell’economista circuitista
Alain Parguez tenutosi durante il meeting ME-MMT di febbraio 2012
a Rimini:
(N.B.: la seconda parte dell'intervento è leggibile qui: http://economiaepotere.forumfree.it/?t=61022608)
Sono qui per parlarvi di una storia oscura e tragica.
Avete già capito che l’Europa è un mostro che va contro a tutte le
regole della teoria monetaria moderna e dell'economia moderna.
E quindi il problema è: perché esiste un sistema così assurdo?
Mi è stato detto che nel vostro Paese, come nel mio del resto,
alcune persone pensano che se riusciamo a liberarci dell’euro,
l’Italia o la Francia potrebbero ritornare ad essere equiparabili
ad alcuni dei Paesi più poveri dell’Africa, come lo Zimbabwe; ma
l’economia reale dell’eurozona è già nello stesso stato dello
Zimbabwe.
Vediamo per esempio alcuni dati sulla Francia:
i Francesi hanno inventato e imposto l’eurosistema molto tempo fa;
ebbene, in Francia il vero tasso di disoccupazione è di circa il
60% della popolazione attiva [includendo nel computo anche i
lavoratori sottopagati, N.d.R.], quindi una cifra enorme; e quindi
abbiamo un tasso di inflazione effettivo del 7-8%. Non abbiamo la
piena occupazione e non abbiamo una stabilità dei prezzi; questo
significa che tutti i dati ufficiali europei sono menzogne.
Comincerò la mia presentazione vera e propria con una citazione
del responsabile del Ministero delle Finanze francese
[Postel-Vinay, N.d.R.], che fra l’altro appartiene all’ordine dei
benedettini, è un monaco ed è anche il capo dell’Opus Dei
francese: e la Commissione Europea è ampiamente controllata, come
anche il governo francese, dall’Opus Dei.
Ho parlato con lui di questa questione, e mi ha detto: “Sì,
l’economia francese è morta, ma non lo è abbastanza”. E ha
aggiunto: “Professore, lei deve capire perché esiste il sistema
europeo: che cosa vogliamo? Vogliamo distruggere per sempre la
gente; vogliamo creare una nuova tipologia di europeo, una nuova
popolazione europea disponibile ad accettare la sofferenza, la
povertà; una popolazione disposta ad accettare salari inferiori a
quelli cinesi”.
Questo rappresenterà il centro del mio intervento.
Il sistema dell’euro non è stato mai pianificato per portare ad
una unione monetaria; non è stato neanche pianificato come agenda
neoliberista, sul modello dell’economia americana; infatti questo
è stato ed è ancora completamente dimenticato dall’élite dominante
europea: basti pensare che anche per il leader del partito
socialista francese [l'attuale Presidente François Hollande,
N.d.R.] il presidente Obama è un marxista.
Quindi che cos’è l’euro?
È un Nuovo Ordine sociale totalitaristico, che è stato programmato
molto tempo fa, nel periodo tra le due guerre, e poi completato,
per così dire, dal regime di François Mitterrand.
In questo nuovo ordine non ci saranno più Stati sovrani; lo Stato
deve svanire, o per lo meno lo Stato che trova radici nella
democrazia, nel parlamento, nella repubblica. Nel nuovo ordine il
potere dev’essere interamente trasferito a coloro che lo
"meritano"; e questo significa un’élite, una classe capitalista di
tecnocrati ai quali piace il potere di controllo assoluto.
- Nella prima parte del mio intervento cercherò brevemente di
spiegare la storia della pianificazione dell’unione monetaria
europea, che trova origine nel periodo fra le due guerre, nelle
parti più reazionarie e più conservatrici della classe dominante
francese; mi rifaccio anche ad un filosofo italiano, Julius Evola,
che accusò Mussolini di essere troppo morbido con la gente e Adolf
Hitler di essere troppo favorevole al popolo.
- Nella seconda parte del mio intervento cercherò di spiegarvi che
la cosiddetta crisi del debito sovrano è ovviamente un evento che
non si è mai verificato nella storia; ma che una crisi di questa
portata è stata attentamente pianificata dagli architetti del
sistema europeo. Quel che avevano in mente era di privatizzare lo
Stato; e dato che ritenevano che lo Stato, perlomeno lo Stato in
cui esista una democrazia, tenda a perdere comunque ricchezza,
risulta ovvio che lo Stato si trovi poi obbligato a prendere a
prestito denaro e che quindi il debito dello Stato debba essere
considerato come un debito a rischio; pertanto lo Stato deve
essere completamente assoggettato ai cosiddetti mercati dei bond
[titoli di Stato, N.d.R.]; ed è esattamente quello che sta
succedendo adesso.
- Nell’ultima parte della mia presentazione cercherò di dimostrare
che non esiste modo di risolvere questo problema e "accomodare" il
sistema [il famoso progetto degli "Stati Uniti d'Europa, N.d.R.],
perché questo ordine sociale ha una sua logica e coloro che
controllano il sistema non accetteranno mai alcun tipo di
cambiamento, soprattutto nessun tipo di intervento della Banca
Centrale Europea. Lo accetterebbero unicamente nel caso in cui
tale intervento mirasse ad incrementare la ricchezza della banche.
Quindi l’unica possibilità di salvare la società europea è di
liberarsi di questo sistema.
Il settore privato, il settore capitalista in Europa è morto; per
citare anche Michael Hudson, i leader del settore capitalistico
non sono più interessati all’economia reale; sono percettori di
rendite finanziarie e quindi il capitalismo europeo sta morendo;
la crescita in Francia già da 5 o 6 anni è al di sotto del 3-4%
all’anno.
Per quel che riguarda l’euro, come ho scritto, grazie all’invito
della collega Stephanie Kelton molto tempo fa, ho capito tante
cose e ho scritto un articolo che parla proprio di una moneta
falsa contro l’economia reale, che distrugge a tutti gli effetti
l’economia reale. Però prima di tutto cerchiamo di spiegare
brevemente quella che è l’origine di un sistema così assurdo.
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Ci sono due fasi nella pianificazione del sistema dell’euro; la
prima è nel periodo fra le due guerre e nel periodo che va dal
1940 al '43; e la seconda fase riguarda la realizzazione del
sistema, ed è, debbo riconoscerlo, opera in gran parte del lavoro
di François Mitterrand.
Cominciamo dalla metà degli anni '30, con persone come Robert
Shuman e Jean Monnet: Shuman scrisse che nel 1927 c’era bisogno di
creare l’Europa come nuovo ordine radicato nella tradizione per
salvare l’Europa dalla decadenza: ma la decadenza, per i
pro-europeisti, significa socialismo, rivoluzione, proteste,
ebrei, marxisti, il libero accesso alla sanità e all’istruzione,
l’aborto, l’omosessualità eccetera eccetera.
E, altra cosa estremamente interessante, per i primi
pro-europeisti, l’obiettivo era quello di creare un sistema
completamente opposto rispetto alla società degli Stati Uniti, che
detestavano; l’élite europea odiava la società dei consumi
americana, fatta di centri commerciali eccetera; odiavano più gli
Stati Uniti, a causa di questo sistema, che l'Unione Sovietica; e
adesso la situazione è esattamente la stessa.
Che cosa si doveva dunque fare per "costruire l'Europa"? Questo:
- abolire gli Stati;
- forzare uno stato di deflazione permanente andando a ridurre
sempre più la spesa pubblica;
- avrebbe potuto essere utile anche trasferire il potere a una
classe, diciamo, super partes di tecnocrati che operasse a livello
sovranazionale.
Ma per questi europeisti della prima ora che cosa significava
l’Europa? Significava creare un co-dominio di Francia e Germania e
un impero coloniale che includesse anche il sud dell’Europa e
l’Europa orientale; e questo obiettivo era stato chiaramente
esplicitato.
Come si poteva sopprimere lo Stato? Bisognava privarlo di
qualunque potere di controllo sulla moneta.
Tutti questi europeisti erano fanatici seguaci di Friedrich von
Hayek, l’economista austriaco più di destra di quel tempo, e
quindi l’Europa avrebbe dovuto basarsi su una valuta
sovranazionale interamente controllata da una Banca Centrale
sovrana che godesse di poteri assoluti per, appunto, sovrastare
gli Stati.
In ultima analisi il loro obiettivo era di imporre la futura
valuta europea come un super standard aureo.
Il primo abbozzo, per così dire, del trattato di Maastricht, venne
scritto da un economista francese, François Perroux, nel 1943, con
il pieno supporto di un trattato fatto dal regime tedesco e dal
regime francese pro-nazista di Vichy; il nuovo trattato, che è
stato formulato e deciso dal presidente Sarkozy e dalla signora
Merkel, è basato esattamente su quello scritto da François Perroux
nel ’43.
Da sinistra verso destra: Robert Schuman, Jean
Monnet e François Perroux
Queste persone erano contrarie allo standard aureo tradizionale
poiché ritenevano che lo standard aureo non avesse permesso la
totale abolizione del potere di spesa dello Stato; quindi
praticamente bisognava creare uno standard aureo superiore; e
questa era la prima fase del processo; ma per qualche tempo il
progetto europeo venne tenuto, diciamo, nelle retrovie, perché
tutti i suoi fautori erano più filo-hitleriani di Hitler stesso,
per cui è stato necessario aspettare; aspettare che arrivasse
François Mitterrand.
François Mitterrand
Potrei parlare ampiamente di questa questione perché io sono
stato, fra l’altro, personalmente contattato dal collaboratore di
Mitterrand di estrema destra, un personaggio che odiava il mondo
moderno, gli Stati Uniti, era addirittura un monarchico; uno che
diceva: “odio i poveri”. Si chiamava, anzi si chiama, Jacques
Attali.
Jacques Attali
De facto Jacques Attali era il primo ministro della Francia; e
Attali era il responsabile di tutta una serie di ex-marxisti
convertiti in sostenitori del nuovo regime, ed era stato
incaricato della creazione di una versione più sostenibile del
sistema dell’euro. Comunque la visione generale era la stessa:
“dobbiamo distruggere i centri commerciali e il consumismo”. I
centri commerciali per loro erano espressione di pura infamia, le
persone dovevano accettare di essere povere; mi ricordo di alcuni
dibattiti in seno alla commissione segreta che si occupava
dell'entourage di Mitterrand; Mitterrand doveva riuscire a
guadagnarsi il supporto dell’allora partito comunista: già, perché
anche la Francia aveva un partito comunista, che adesso non c’è
più.
Fui quindi incaricato di scrivere una serie di modeste
considerazioni keynesiane di teoria economica moderna; la presenza
di Attali venne richiesta dai finanziatori della campagna di
Mitterrand: fra i massimi finanziatori c’erano anche la Chase
Manhattan Bank e altre due banche americane; comunque non sono
stati mai dati dei soldi per istituire un programma di piena
occupazione.
Ma Attali mi diceva: “Io ho preso un impegno con il nostro caro
futuro Presidente; appena possibile noi distruggeremo lo Stato,
creeremo una deflazione dell’economia, i salari reali crolleranno;
quel che abbiamo in mente è il collasso totale del reddito dei
lavoratori della società francese”.
Come riuscire a fare tutto questo? Con il trattato di Maastricht e
con la creazione dell’euro.
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Voglio concludere il mio primo intervento sottolineando alcune
menzogne.
Mi è capitato di trovarmi piuttosto vicino a François Mitterrand;
prima della guerra aveva avuto un legame particolare con mia
madre, e mia madre mi diceva: “François è così bravo a raccontare
balle che può riuscire perfino a far credere che gli interessi far
del bene alla gente”; comunque sia, François Mitterrand, durante
l’unico dibattito sul trattato di Maastricht, osò dire, in
risposta ad una domanda da parte di uno studente: “Io posso
giurare che non esiste alcuna menzione di una Banca Centrale
Europea indipendente nel trattato” (sic!).
Secondo punto: il principio fondamentale dei trattati europei era
la privatizzazione dello Stato, cioè obbligare gli Stati a
prendere a prestito denaro vendendo titoli alle banche private; e
quindi gli Stati, un po’ come qualunque tipo di azienda (azienda
però con una reputazione estremamente pura) dovevano andare a
chiedere i soldi alle banche, ai tassi di interesse stabiliti
dalle banche.
Quindi, per concludere, il trattato di Maastricht e il "Patto di
Crescita e Stabilità" che ne è conseguito (più propriamente da
definire Patto di Distruzione e Instabilità) rappresentano la
realizzazione dei loro obbiettivi: alla fine gli Stati sarebbero
stati completamente assoggettati alle banche private, e quindi
sarebbero stati obbligati a tagliare, tagliare e tagliare la spesa
pubblica.
E questo è esattamente quello che è successo.
Pertanto le menzogne continuano...
Due ultime considerazioni per concludere:
- la percentuale di debito pubblico nell’àmbito del patrimonio
delle banche francesi e tedesche è al di sotto del 5%; le banche
perdono soldi non certo a causa del debito pubblico, ma a causa
del collasso totale dell’economia reale;
- secondo punto: sono assolutamente terrorizzato quando la gente
dice: “Oh povere banche, il governo francese ha mentito”. Ma è
assurdo! Tutti lo sapevano, tutti sapevano ad esempio quale fosse
la vera condizione dell’economia greca. Il 90% del debito greco,
come l’italiano, è nelle mani delle banche francesi e tedesche, e
quindi tutti lo sapevano; e fra l’altro, quel che succede ora,
grazie al nuovo trattato, se effettivamente verrà poi approvato
[Fiscal Compact, approvato dall'Italia nel dicembre 2012, N.d.R.],
è che ci troveremo di fronte alla totale abdicazione degli Stati,
delle politiche fiscali e di qualunque tipo di politica sociale; e
quindi sarà raggiunto il sogno di costituire un Nuovo Ordine.
E adesso si pone il problema di chi deve gestire il sistema; come
si potrà mantenere il controllo della società?
È questo il problema che si pongono, di questo hanno timore,
perché non c’è dibattito: gli economisti ufficiali in Germania, in
Francia e nella maggioranza dei Paesi europei sono assolutamente
corrotti, direi addirittura che si possono considerare delle
prostitute; e siamo nelle loro mani; non si parla quindi mai delle
infamie alla base del crollo del sistema europeo; questo è il
problema.
Grazie.
Alain Parguez: l'asse
franco-tedesco e l'euro: la distruzione dell'industria italiana
Per continuare, e anche concludere, la mia cupa storia della
costruzione del Nuovo Ordine europeo, bisogna chiarire una
questione di base: perché i pianificatori francesi hanno deciso di
estendere l’unione monetaria europea a Paesi come la Grecia, il
Portogallo, la Spagna, e poi ad altri, come alcuni paesi
dell’Europa orientale? Perché dovevano risolvere una
contraddizione di fondo: "noi distruggeremo il consumo e il potere
d’acquisto nelle economie nazionali della Germania e della
Francia, ma che ne sarà dei profitti?" Ebbene, la soluzione è
questa (dobbiamo risalire al periodo di Mitterrand):
l’esportazione.
Sì, ma l'esportazione dove?
C’è un punto fondamentale che troppe persone ignorano: i tedeschi
erano estremamente riluttanti ad entrare nell’unione monetaria;
c’è stato un periodo, soprattutto durante i primi anni ’70, in cui
la politica monetaria e fiscale era molto più espansionistica in
Germania che non in Francia; quindi, perché il regime di Mitterand
ha obbligato la Germania ad entrare nell’Unione? La risposta è
semplice: il governo Kohl era finanziato interamente dai fondi
segreti francesi; e non è tutto: c’era un Paese che era
odiatissimo dall’establishment francese da moltissimo tempo; e
questo Paese era proprio il vostro, l'Italia; l’ossessione dei
tecnocrati francesi e dei loro economisti era proprio di
distruggere la base industriale dell’Italia; per questo accusavano
i governi italiani di essere sempre stati troppo morbidi
relativamente ai salari, ai sindacati e al potere d’acquisto.
Come si poteva distruggere l’economia italiana? Imponendo una
rivalutazione della valuta; e quando l’Italia decise di adottare
l’euro [imposto da Prodi, N.d.R.], questo avvenne in concomitanza
con la decisione di una rivalutazione di almeno il 45% dei prezzi;
perciò, di colpo, gli italiani non potevano più esportare al di
fuori dell’eurozona.
Mi fa ridere quando la gente dice: “ma se lasciamo l’euro come
facciamo? Sarà un incubo”. L’italia è stata completamente
distrutta dall'euro!
Immaginatevi i prezzi relativi dell’industria italiana, per
esempio sul mercato americano: con un aumento improvviso del 40%,
era chiaro che le esportazioni italiane sarebbero crollate da un
giorno all’altro.
Messa fuori gioco l'Italia, a questo punto si decise di sedurre
anche la Grecia, il Portogallo, l’Irlanda, per gli stessi motivi:
per aumentare le esportazioni.
C’erano quindi Paesi senza alcuna base industriale, oppure la cui
base industriale era completamente distrutta dall’impatto della
valuta: in questo modo l’Italia, la Grecia, diciamo così l’Europa
meridionale, l’Europa orientale, sono diventati praticamente come
dei mercati coloniali, nuovi mercati imperialisti per la Germania
e per l’industria tedesca e francese. C’è poi un altro problema:
spesso la gente dà questa spiegazione del successo tedesco: "Eh ma
i Tedeschi sono così qualificati, sanno fare tante cose!". Già, ma
perché la Germania e la Francia hanno avuto la possibilità di
esportare? Perché c’è una situazione precedente da considerare,
che ha comportato massicci investimenti: infatti il cosiddetto
miracolo tedesco dev'essere fatto risalire al regime nazista.
Questa è una questione che ho studiato molto con una mia cara
amica, l’unica storica francese che abbia avuto il coraggio di
affrontare questo genere di problemi, Annie Lacroix-Riz.
Durante il periodo nazista l’industria tedesca aveva tratto
beneficio innanzitutto da una manodopera quasi schiavizzata:
durante l’era nazista infatti era crollato il livello dei salari,
anche del 60%, e durante la guerra le aziende tedesche per così
dire più rispettabili avevano tratto beneficio dalla manodopera
schiava assunta dalle SS dai campi di concentramento; al tempo
stesso il regime investiva miliardi e miliardi di quel tempo
nell’industria, creando basi tecniche che erano veramente molto
avanzate per l'epoca, talmente avanzate da non essere ancora
fruibili fino a più di 10 anni dopo la guerra; e lo stesso è
avvenuto in Francia.
Manifesto della
Luftwaffe, la temibile aviazione militare tedesca
Restavano comunque molti altri problemi: bisognava distruggere le
esportazioni, distruggere l’economia interna dell’Italia e della
Grecia, ma da dove partire? E da dove sarebbero arrivati, poi, gli
introiti?
La risposta a questa domanda è molto semplice: se consideriamo i
dati aggregati delle esportazioni nette dalla Germania e dalla
Francia fin dall’inizio dell’eurozona, vediamo che i livelli sono
identici ai deficit aggregati di Stato dei Paesi dell’Europa
meridionale e orientale; pertanto la Grecia, l’Italia, la Spagna,
hanno fornito dei profitti netti illimitati, o quanto meno una
fonte, diciamo, di risparmio notevole per l’industria francese e
tedesca; l’85% delle esportazioni tedesche nette, e questo vale
anche per la Francia, sono all’interno dell’eurozona, ed è per
questo che, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non
accetteranno mai pacificamente il fatto che la Grecia o l’Italia
abbandonino l’eurozona, appunto perché le corporation, le grosse
aziende francesi e tedesche, si troverebbero improvvisamente a
secco di utili. È quindi assurdo sentir accusare Paesi come
l’Italia e la Grecia di essere responsabili dei propri deficit;
senza il deficit del vostro Paese e della Grecia, la situazione
delle aziende francesi e tedesche sarebbe già di bancarotta. Ho
qua una citazione di Jacques Attali, del 1985, nella fase
conclusiva del dibattito sul trattato di Maastricht; dice: “il
nostro obbiettivo principale è di distruggere per sempre qualunque
capacità industriale al di fuori della Germania e della Francia”.
E questo, dal suo punto di vista, si può capire.
Rimane invece il problema del perché i governi del vostro Paese,
della Grecia e della Spagna, abbiano accettato un suicidio di
questo tipo, abbiano accettato di suicidare le proprie economie,
le proprie società; è questo il vero problema. E qui si apre la
questione della corruzione e dell’ignoranza: non dobbiamo mai
dimenticare che si è trattato di un periodo in cui la Francia
spendeva moltissimo per acquisire l’appoggio dei vostri politici e
dei vostri tecnocrati della classe dominante. La storia però è per
certi versi ormai compiuta: l’Unione Europea è stata creata; ma
adesso abbiamo un’altra questione da considerare, e cioè la
cosiddetta crisi finanziaria generata dal debito pubblico.
Nel corso di svariati dibattiti amichevoli con gli amici
americani, io ho ripetuto più volte che tale evento non può essere
considerato come una crisi da instabilità finanziaria, secondo
l’analisi di Minsky; Minsky non avrebbe mai potuto immaginare che
il debito pubblico potesse generare quello che si potrebbe
definire come la nuova peste nera che sta dilagando per l’Europa.
Che cosa è successo allora? Che i fautori del sistema dell’euro
ignoravano completamente il meccanismo di funzionamento
dell’economia moderna; quel che avevano in mente era un qualche
modello di economia neoagraria, diciamo di tipo evoluto, come
prima dell’avvento della rivoluzione industriale, e quindi hanno
tagliato la spesa pubblica; il regime di Mitterrand nel 1983 aveva
avviato un programma deflazionistico: quel programma fu il primo a
essere mirato esplicitamente ad un incremento a lungo termine
della disoccupazione, senza alcuna speranza di poter poi ritornare
alla piena occupazione.
Ma qual è stato il risultato? Che il settore privato
improvvisamente ha smesso di investire: gli investimenti privati
interni in Germania e in Francia hanno cominciato a crollare, e
adesso siamo sottozero; i consumi sono crollati, il gettito
fiscale è crollato; e quindi i governi un po’ dovunque
nell’eurozona hanno dovuto gestire delle situazioni di deficit; ma
si trattava di deficit inattesi e indesiderati, che non
rappresentavano la controparte, diciamo così, di una spesa
produttiva; e sono stati così sorpresi perché ignoravano i
fondamenti dell’economia moderna: non avevano mai sentito nominare
Abba Lerner e altri economisti del genere.
Ma questi deficit ormai esistevano e andavano gestiti; solo che i
governi non avevano più alcun controllo sulla creazione della
moneta, e a questo punto erano obbligati (e, debbo dire, erano
anche molto felici di esserlo, perlomeno in Francia e in Germania)
ad andare a chiedere soldi ai cosiddetti mercati dei bond o titoli
di Stato.
Che cosa sono i cosiddetti mercati dei bond? È un "cartello"
composto dalle banche più importanti di Francia e Germania; non
esiste la minima concorrenza fra le banche appartenenti a questo
cartello; e quindi le banche...
(Si interrompe e legge una domanda che gli è stata portata).
Mi è stata posta una domanda: se posso fare i nomi dei politici
italiani pagati dai tecnocrati francesi.
Debbo dire che su questo punto sono d’accordo con Annie
Lacroix-Riz: si tratta di tutti i democristiani degli anni ’70,
con un impatto molto forte della Chiesa e del Vaticano; non
dobbiamo mai dimenticare che fin dall’inizio la Chiesa ha svolto
un ruolo fondamentale nella costruzione dell’Europa.
[Subito dopo il prof. Parguez consegnerà a Paolo Barnard l'elenco
dei nomi dei principali responsabili, che Barnard leggerà in
pubblico: Romano Prodi, Mario Draghi, Carlo Azeglio Ciampi, Mario
Monti e, "il peggiore di tutti", Massimo D'Alema, grande amico
personale del banchiere tecnocrate Jaques Attali; inoltre l'Opus
Dei e, com'era scontato, alcune logge massoniche].
Dicevamo: i governi sono stati obbligati ad accumulare il debito e
le banche si sono buttate sui titoli di Stato o bond; perché?
Perché non c’era più la volontà da parte delle aziende tedesche e
francesi di chiedere credito (e quindi indebitarsi). Il debito di
Stato quindi si è trasformato in una specie di miracolo, una
cornucopia miracolosa, un paradiso per le banche, che potevano
imporre i tassi di interesse che volevano
Pertanto i tassi di interesse, dall’inizio degli anni ’70, hanno
toccato livelli mai raggiunti fin dagli ultimi giorni dell’Ancien
Regime, e quindi in pratica siamo ritornati ai tempi di Maria
Antonietta e di Luigi XVI.
Comunque c’erano effettivamente dei problemi: se da una parte il
debito pubblico è diventata la fonte principale di reddito per le
banche, dall'altra parte però lo Stato veniva considerato come
un’azienda cattiva, sull'orlo del fallimento, e quindi il valore
reale del debito è crollato. Adesso quindi ci troviamo ad entrare
nel grande mistero della nuova peste nera, la crisi del debito
pubblico.
È partita dalla Grecia, e perché?
La Grecia non si è affatto comportata in maniera sorprendente: il
governo greco è stato obbligato ad aumentare la spesa, dato che il
settore privato in Grecia era completamente assente, ma la Grecia
era comunque un Paese debole, e adesso le banche hanno cominciato
a temere sempre di più la possibilità che ci sia un cambiamento di
politica economica; e quindi che cosa hanno fatto? Hanno
aumentato, diciamo, i limiti della bancarotta dello Stato greco,
di fronte alla possibilità di default da parte dei greci. Hanno
"dimenticato" che il problema default era sempre esistito...
Ma quello che avevano in mente non era assolutamente il timore di
un default: quello che avevano in mente era di imporre uno
sfruttamento finanziario sempre più terribile in tutta Europa. Le
banche non vogliono la restituzione del debito: che cosa se ne
farebbero di tutti quei soldi? [Non dimentichiamo che si tratta di
moneta "fiat", priva di valore intrinseco]. Non se ne farebbero
niente. Quello che vogliono è avere un reddito.
La peste nera è partita dalla Grecia e si è diffusa, un po’ come
nel Medioevo; si è diffusa dilagando in tutta l’Europa; e se di
crimine si deve parlare, si tratta di un crimine perpetrato dai
governi francese e tedesco, che hanno ceduto completamente la
propria sovranità al mercato dei bond. È stata un'abdicazione
totale.
Come hanno potuto farlo? Lo hanno fatto avviando una corsa mortale
alla deflazione; e adesso ci troviamo ad attraversare la fase più
terribile di crollo e di morte dell’economia europea. Per
mantenere il patrimonio netto delle banche i governi impongono la
deflazione, la deflazione e ancora la deflazione, ed
effettivamente questo è l’inizio della fine per il sistema.
Voglio concludere così questa presentazione.
Grazie.